Impressioni del mattino

Come tende che velano la vista
Come tende che velano la vista, nel confine tra sonno e giorno. Sembra esistere qualcosa oltre questo velo.

Il mattino, quando è ancora notte ed una linea appena accennata di colore infrange il buio e lentamente sale dalla terra per dipingere il mondo che si sveglia. Mi piace uscire di casa e nel silenzio delle strade assopite muovere i primi incerti passi nel parco dietro casa, sentire gli uccelli che con i loro canti annunciano la giornata, mentre nebbie e contorni si confondono. In questo regno sospeso, tra il sonno e la ragione, prima che l’umanità inizi ad affannarsi per raggiungere uno stato di pienezza che sembra sempre irraggiungibile, la mia mente scivola nei fossati ed inizia a formare pensieri che assomigliano alla foschia che sale dai piccoli canali. Mi soffermo così su tutti quei fenomeni che diamo per scontato o di cui mai ci interessiamo. Questa stessa nebbia mi affascina, mi sorprendo nel riflettere e le parole fanno difficoltà a trovare la loro strada: cosa spinge le molecole d’acqua a salire verso l’alto? Di colpo un aspetto in apparenza banale mi sembra sconcertante nella sua perfezione. Non è solo scienza quello di cui faccio fatica a parlare, è proprio il senso delle cose, come si incastrano, come interagiscono e si regolano in modi che noi possiamo solo limitarci a ignorare o al massimo a spiegare con qualche formula, ma non a comprendere e tantomeno ricreare. Non parlo di produrre della nebbia, parlo di ordinare acqua, temperatura, campi magnetici e chissà cos’altro per fare sì che l’acqua diventi vapore e di là dolce fantasma che scivola tra il mondo che si sveglia. Nei miei semplici passi in un parco di una città accadono fenomeni continui e incredibili nel loro ordine, e pare quasi di intuire qualcosa oltre tutto questo ma è già tempo di tornare nel mondo, nei gesti, nelle parole che non possono parlare di cosa c’è oltre quel velo.

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