Mutamenti e parole

Pordenone, cambiamento
Parco del Seminario, Pordenone, in lontananza il campanile di S.Marco

 

Un fiume che scorre, una torre secolare che attraversa la storia e rimane lì a contare gli anni, a fare vedetta e simbolo, spesso dato per scontato. Immagini sparse mentre cammino nel confine tra giorno e notte, in questa Primavera di mutamento. Da pochi giorni ho fatto un passaggio importante, da tempo atteso come una corrente sotterranea ed invisibile, come una promessa da mantenere, che aspettava solo il momento giusto per sgorgare e fecondare la terra.

Sono uscito dalla zona d’ombra in cui mi dibattevo – come un animale nella gabbia delle sue paure – e sto facendo i primi passi verso quello che dentro di me ho sempre sentito, lavorare da solo ma con altri, senza i vincoli di mansioni dove non potevo crescere ed imparare, tramortito e spesso offeso da un mondo del lavoro dove non ci si chiede nulla e si va avanti perché bisogna.

Non sono qui a parlare di quello che non va ma di quello che è giusto per me. Ognuno ha la sua storia e in ogni fiaba che si rispetti, per crescere bisogna scontrarsi contro molti nemici, prima di giungere al proprio tesoro, quello più prezioso, che è dentro di noi. Non c’è newage qui, né PNL o facili scorciatoie di questa epoca bizzarra, semplicemente la consapevolezza che valiamo comunque vada, che siamo importanti e che la vita è si un dono, ma anche un prestito, non va sprecata, perché dobbiamo restituire quello che abbiamo preso, avendolo migliorato.

Queste righe incerte nel sonno del mattino che fatica a svegliarsi, nella stanchezza che strattona come un bimbo e chiede di andare in vacanza, di staccare almeno un po’, sono qui per dire che a breve nascerà un nuovo spazio, dove parlerò di me come scrittore, di me come lavoratore, in bilico sui muri di castelli fragili ma da cui si può godere una vista magnifica.

 

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