Da un post scritto tanto tempo fa’, esistenzialmente almeno un’altra vita.
Era dicembre, nel parco naturale delle Blue Mountains, Nuovo Galles del Sud.
“I grilli, un ruscello dietro casa, gli ultimi raggi di sole che schiariscono la notte, il respiro che si fa quieto. Ogni momento di pace è un dono, ogni passo privo di affanno nella bellissima strada dove si trova la casa in cui sono ospite è un dono, ogni sfumatura di verde o di rosso che colgo nel bosco senza essere soffocato da assurde paure è un dono. Diamo troppe cose per scontate: il sole che da colore alle cose, il cibo sulle nostre tavole, l’aiuto inaspettato di persone sconosciute. Non ringraziamo mai abbastanza, forse perché pensiamo che tutto sia a portata di mano, che tutto sia dovuto.Everyday is a gift così diceva ieri una signora con una malattia cronica, mentre ero in cucina attento al risotto che stavo preparando. Forse potremmo essere felici solo grazie a questa consapevolezza, provare gioia solo perché siamo vivi, perché possiamo vedere, mangiare, camminare. Sarebbe qualcosa di veramente rivoluzionario. Spesso ci vuole tutta una vita per capirlo veramente, magari solo prima di morire, oppure mai, incatenati alla paura, al passato, al giudizio degli altri e a tutti gli altri fantasmi da cui ci facciamo possedere.
E’ ora di andare a letto, ma prima voglio godere per qualche minuto dell’aria fresca che sa di estate, un tale lusso per chi sa che dicembre vuol dire inverno. Grazie.”
E ringraziare è già uno step successivo. Bisogna ancora imparare a fermarsi per osservare, assaporare, ascoltare tutto quello che ci circonda.
Eh si, dobbiamo imparare tante cose…