Venerdì 22 novembre ad Aviano ci sarà una conferenza dove presenterò il lavoro fatto con alcuni ragazzi e ragazze di Aviano.
Sarà un omaggio al cibo non solo come nutrimento fisico ma anche come legame tra individui, comunità e territori. Quello che mangiamo non è solo fatto di carboidrati, proteine, lipidi, minerali e vitamine ma racchiude delle storie. Il rapporto che abbiamo con un piatto si arricchisce di ricordi, di emozioni e di tradizioni.
Nella nostra cultura veloce e smemorata ci dimentichiamo che il pane è fatta di grano e il grano è una pianta che ha subito un’evoluzione insieme all’essere umano. Ad esso sono collegati culti, feste, poemi, divinità, romanzi, guerre, carestie e ricchezze e tutto l’universo simbolico delle popolazioni che ne hanno fatto cibo.
Parlare di un alimento significa anche riconoscerne gli aspetti culturali, sociali e spirituali perché nel mondo contadino di un tempo e in moltissime culture di oggi, una pianta o un animale sono simboli di qualcosa che trascende il quotidiano. Gli sciamani ad esempio interrogano le piante, si rivolgono a loro cantando…i bambini o gli adulti dall’animo sensibile abbracciano gli alberi come si fa con un vecchio amico.
Il cibo diventa racconto, si slega dal suo contenuto chimico per diventare un contenitore di storie.